La politica regionale

La perequazione è sempre stato un obiettivo della Regione Campania.
A livello nazionale la Regione si è battuta perché i fondi alle regioni venissero assegnati secondo il fabbisogno reale e non secondo i criteri della spesa storica.
Anche a livello regionale la Regione Campania ha sempre sottolineato il principio e la necessità di superare le sperequazioni esistenti tra le varie ASL e tra i loro distretti. Per questo ha adottato una serie di provvedimenti ed ha erogato finanziamenti aggiuntivi destinati solo alle ASL con fondi al di sotto della media regionale. Tra queste anche alla Asl di Salerno.
In questi anni però questi fondi aggiuntivi la ASL non li ha assegnati per la perequazione, ovvero ai distretti al di sotto della media, ma a tutti secondo la spesa storica. Da qui il problema di una sperequazione che è cresciuta invece di diminuire.


«Mi auguro che il nuovo governo sia sensibile rispetto alla revisione dei criteri – ha detto il presidente Vincenzo De Luca agli Stati generali della sanità della Regione – Quelli che hanno penalizzato per dieci anni la Campania sono gli amici della Lega, che nel Piano di riparto nazionale del fondo sanitario hanno imposto criteri che ci assegnano ogni anno 250 milioni in meno. Noi abbiamo proposto un criterio di ripartizione unico e, cioè, una cifra uguale per ogni cittadino. È stata la Lombardia a dire no»

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(ANSA) – NAPOLI, 8 OTT – “Pronti ad accettare la sfida dell’efficienza e dell’autonomia se si rivedono i criteri”.
Lo ha detto Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, parlando di autonomia differenziata in campo sanitario, intervenendo a Napoli al VII convegno nazionale Anmdo – Card sul tema dell’appropriatezza nel servizio sanitario nazionale, condivisione di strategie tra ospedale e territorio.
“Se il riparto del fondo sanitario nazionale è omogeneo – ha affermato – accettiamo la sfida, ma puntare alla spesa storica significa che prendiamo in meno in termini di risorse e questo non va bene. Dobbiamo partire da qui perché la spesa storica penalizza il Sud. Basta, abbiamo già dato, ci siamo detti inizialmente contro l’autonomia perché quell’accordo aveva elementi pericolosi con trasferimenti a quote fisse”. (ANSA).
YW9-CER 08-OTT-19 12:37 NNN


I provvedimenti della Regione:

  • POAT Salute 2007-2013

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  • Decreto n. 85 del 08/08/2016: Definizione dei limiti prestazionali e di spesa per gli esercizi 2016 e 2017 per la macroarea della riabilitazione

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  • Decreto 41 del 29/05/2018: Definizione dei limiti prestazionali e di spesa per gli esercizi 2018 e 2019 per la macroarea della riabilitazione

    (link)

  • Decreto n. 14 del 01/03/2017: Programmi operativi 2016-2018

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  • Decreto 57 del 04/07/2019: Ripartizione finanziamento statale per la spesa sanitaria regionale esercizio 2018

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  • DGRC n. 92 del 09/03/2021: Definizione dei limiti prestazionali e di spesa per gli esercizi 2020-2021 per la macroarea della riabilitazione

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  • DGRC n. 394 del 22/09/2021: MODIFICA Definizione dei limiti prestazionali e di spesa per gli esercizi 2020-2021 per la macroarea della riabilitazione

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  • DGRC n. 349 del 7/7/2022: Definizione dei limiti prestazionali e di spesa per gli esercizi 2022-2023 per la macroarea della riabilitazione

    (link)

L’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato

Nella relazione annuale sull’attività 2023, presentata il 17 aprile 2024, l’ Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato ( AGCM) ha espresso parole chiare e definitive che danno completamente ragione alle nostre richieste.

Nella relazione infatti si legge testualmente:

  • L’Autorità ha, infine, messo nuovamente in evidenza gli effetti negativi della definizione dei tetti di spesa in materia sanitaria prevalentemente in base al criterio della spesa storica, che consiste nell’attribuire ogni anno a ciascuna branca/struttura della ASL considerata lo stesso budget dell’anno precedente.
  • Viceversa, fermo restando il tetto massimo di spesa, la ripartizione dei budget tra i soggetti accreditati dovrebbe avvenire in condizioni di parità e secondo criteri qualitativo-prestazionali (quali la misura delle prestazioni rese, la reale capacità erogativa, la dislocazione territoriale, gli investimenti nella dotazione tecnologica, le unità di personale qualificato aggiuntive rispetto a quelle minime richieste, le modalità di prenotazione e di accesso alle prestazioni sanitarie, nonché la qualità di eventuali servizi aggiuntivi rispetto a quelli minimi richiesti offerti all’utenza).